Due diligence, tracciabilità, sostenibilità e molto altro. Quali sfide e quali opportunità saranno contenute nel nuovo Regolamento UE “Deforestazione Zero”?

Da mesi in Europa il dibattito politico ruota intorno alla bozza del regolamento Ue contenente le nuove misure anti-deforestazione. Scopo della normativa è di garantire l’accesso al mercato comunitario di materie prime e prodotti che non siano solo legali, ma anche sostenibili – la cui produzione quindi non abbia  provocato fenomeni di deforestazione e degrado forestale. Tale normativa, se approvata, riguarderà soia, carne bovina, olio di palma, legno, cacao e caffè e alcuni prodotti derivati, come cuoio e cioccolato. Per quanto riguarda i prodotti legnosi, il nuovo regolamento andrà a sostituire il vigente regolamento UE sul legno (EUTR), e introducendo per gli importatori requisiti più stringenti sulla due diligence, la tracciabilità delle materie prime e la trasparenza della catena di approvvigionamento.

A dieci anni dalla sua adozione, l’EUTR ha raggiunto alcuni risultati positivi, come una diminuzione delle importazioni nell’UE di legname illegale, una maggiore consapevolezza degli operatori di mercato circa la questione dei tagli forestali di natura illegale, e un loro maggiore impegno nel controllo delle catene di approvvigionamento. Tuttavia, il conseguimento degli obiettivi della normativa è risultato  spesso difficoltoso e problematico, a causa di un percorso di attuazione complesso e dispendioso, in termini di tempo e risorse.  

La sfida per un’efficiente e rapida implementazione del nuovo regolamento negli stati membri ha quindi recentemente aperto una riflessione su alcune specifiche criticità rilevate durante l’applicazione dell’EUTR. Infatti,  insufficienti risorse umane e finanziarie attribuite alla Commissione e alle autorità̀ competenti, ritardi iniziali nell’applicazione del regolamento in alcuni stati membri, un numero limitato di controlli e  sanzioni non uniformi tra gli stati hanno costituito dei rilevanti fattori che hanno ostacolato un’interpretazione uniforme e un’applicazione coerente del regolamento, almeno nella sua prima fase di implentazione. 

A proposito di questo si può ricordare, nel caso dell’EUTR, come ben 12 stati membri, tra cui l’Italia e la Spagna, abbiano definito l’autorità competente, e le sanzioni per le eventuali infrazioni, dopo più di un anno dall’effettiva entrata in vigore del regolamento (Marzo 2013). 

A questo riguardo, il nuovo regolamento sembra aver compiuto notevoli progressi, ridefinendo gli spazi di autonomia che permangono in capo ai singoli stati membri, per esempio richiedendo che le autorità competenti siano dotate di risorse sufficienti, e introducendo sanzioni che devono essere proporzionate al danno ambientale causato e al suo valore. Il testo presenta inoltre un quadro normativo più chiaro per gli stati membri sulle modalità di esecuzione di verifiche e controlli, per esempio contemplando livelli minimi per le ispezioni.

Tra i cambiamenti più innovativi, si segnalano anche il coinvolgimento diretto delle agenzie delle dogane degli stati membri, che potranno rilevare e comunicare eventuali rischi prima ancora che le merci facciano ingresso nell’ Unione, fino alla possibilità di bloccare o confiscare i prodotti alle frontiere. Inoltre, un nuovo sistema digitale (il cosiddetto “registro”) andrà a semplificare la gestione dei dati (coordinate geografiche e paese di produzione per ciascun prodotto), l’accesso alle informazioni ufficiali, facilitando anche la cooperazione tra autorità doganali e altre istituzioni competenti. Tuttavia, questi cambiamenti rappresentano delle vere e proprio sfide per le diverse istituzioni nazionali, con il rischio  di aumentare sostanzialmente il carico di lavoro delle autorità coinvolte. Il maggior peso politico ed economico del nuovo regolamento richiederà da una parte  una maggiore preparazione tecnica degli enti preposti ai controlli, e dall’altra un efficiente coordinamento tra le diverse autorità nazionali per gestire in maniera efficiente e trasparente – anche a livello operativo – l’attuazione del regolamento su tutto il territorio. 

Per assicurare che la legislazione sia davvero adeguata allo scopo e alla natura delle sfide da affrontare (sostenibilità, digitalizzazione e nuovi attori coinvolti), i negoziati in corso sul testo e i suoi contenuti dovranno tener conto di molti aspetti, a partire dai tempi e le risorse necessari per l’implementazione nei diversi contesti nazionali, oltre alla necessità di coordinare ed armonizzare i prossimi passaggi legislativi delle diverse autorità nazionali.