Definizione, caratteristiche e benefici

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È generalmente risaputo che gli ecosistemi quali le foreste e i mari abbiano un ruolo chiave nel supporto alla vita del genere umano sulla Terra. Essi offrono all’uomo e in generale all’ambiente circostante una serie di beni e servizi detti appunto ecosistemici. Tipicamente, ci si riferisce ai servizi ecosistemici (SE) secondo la definizione data dal Millennium Ecosystem Assessment (MEA), il programma di ricerca internazionale promosso dalle Nazioni Unite nel 2001, che, dopo anni di discussioni implicite tra ambientalisti e scienziati, ha risolutivamente definito e reso popolare il concetto di servizi ecosistemici, definendoli come “i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano” (MEA, 2005). Tali benefici si riferiscono alle relazioni che, direttamente o indirettamente, si instaurano tra le risorse ambientali, i sistemi economici e l’uomo, garantendo la vita di tutte le specie.

Sono state così identificate quattro diverse categorie di servizi, tutte poste in stretta relazione con il benessere e la salute del genere umano:

I servizi ecosistemici sono garanti della vita sulla terra: la sostengono e influenzano direttamente i costituenti del benessere umano – sicurezza, salute, buone relazioni sociali, libertà di scelta e azione.

Basti pensare alle foreste e al ruolo fondamentale che svolgono per l’ambiente, la popolazione e l’economia. Il rapporto FAO del 2020 relativo allo stato delle foreste nel mondo mette in luce come le foreste ospitino la maggior parte della biodiversità terrestre, fornendo habitat all’80% delle specie di anfibi, al 75% delle specie di uccelli e al 68 % delle specie di mammiferi. I benefici per l’uomo derivanti da questi ecosistemi sono innumerevoli: decine di milioni di famiglie rurali nei paesi tropicali traggono un reddito significativo, cibo e riparo dalle foreste, che contribuiscono anche allo sviluppo dell’economia locale e nazionale.

Oltre a ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici, grazie alla loro azione di carbon sink, svolgono un ruolo chiave nella protezione delle risorse idriche e del ciclo idrologico terrestre. I bacini idrici forestali forniscono circa il 75% delle risorse di acqua dolce accessibili, contribuendo infatti a mantenere una buona qualità dell’acqua e a regolare i flussi delle acque superficiali e sotterranee, aiutando anche a ridurne i rischi collegati come frane, inondazioni e siccità.

Affinché questi beni e servizi si possano perpetuare è necessario che gli ecosistemi si mantengano vitali nel tempo. Tuttavia, negli ultimi anni la pressione antropica esercitata sugli ecosistemi ha avuto enormi impatti, influenzandone l’evoluzione, la consistenza e la capacità di erogare servizi ed esternalità. Sugli ecosistemi e sulla loro funzionalità agiscono infatti una serie di pressioni derivanti da fattori correlati alle politiche, allo sviluppo tecnologico e dipendenti anche dalle scelte nei consumi.

Il rapporto MEA del 2005 ha messo in luce come, negli ultimi 50 anni, l’uomo abbia alterato questi ecosistemi più rapidamente ed intensamente che in qualsiasi altro periodo nella storia del genere umano. Circa il 60% dei servizi ecosistemici valutati in questo report sono tuttora in declino o usati in modo insostenibile. Sebbene questo abbia generalmente aumentato il benessere umano e influito positivamente sullo sviluppo economico, soddisfacendo il crescente bisogno di cibo, acqua potabile e fonti energetiche della popolazione mondiale, si è parimenti riflesso negativamente sulle capacità degli ecosistemi di fornire tali servizi all’umanità. Questo processo ha inoltre aumentato il livello di povertà di alcuni settori della popolazione, inasprendo divari sociali ed economici già esistenti.

Infine, nonostante sia evidente l’apporto che gli ecosistemi forniscono all’umanità, il loro valore reale viene spesso ‘dimenticato’ nelle previsioni economiche della società. Questo è dovuto in gran parte al carattere di esternalità proprio di molti servizi e alla conseguente mancanza di un mercato di riferimento che crea difficoltà nella stima e attribuzione del valore economico degli stessi. Per ovviare a questo problema, negli anni si è consolidata una lista di metodi per la stima dei valori dei beni ambientali.

In questo contesto, oltre ai mercati di tipo tradizionale (volontari o stabiliti dalla legge) relativi ad esempio ai gas serra, all’acqua e alla biodiversità, sono emersi nuovi strumenti di valorizzazione delle risorse, tra cui in particolare i pagamenti per i servizi ecosistemici (PES), finalizzati al recupero e alla salvaguardia dei sistemi ecologici e dei servizi da essi forniti.