Il nostro benessere e la nostra prosperità economica dipendono dal buono stato del Capitale Naturale e dai servizi che ci fornisce

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Il Capitale Naturale: quanto valgono gli ecosistemi?

Il nostro benessere e la nostra prosperità economica dipendono dal buono stato del Capitale Naturale e dai servizi che ci fornisce. Ma cosa si intende esattamente per “Capitale Naturale”? E perché dovremmo dargli importanza?

Cosa si intende per Capitale Naturale?  

Possiamo definire il Capitale Naturale come l’insieme di risorse naturali, organismi viventi, aria, acqua, suolo e risorse geologiche che contribuiscono alla produzione di beni e servizi per l’essere umano e che sono necessari per la sopravvivenza dell’ambiente che li genera

Questa definizione sottolinea l’importanza cruciale del Capitale Naturale non solo per la vita umana e dell’ambiente stesso, ma anche per la maggior parte delle attività socio-economiche. 

Sebbene il termine sia stato utilizzato per la prima volta negli anni ’70, oggi l’esigenza di considerare il Capitale Naturale come un asset economico, riconoscendone quindi il valore effettivo, è sempre più forte. 

Capitale Naturale e Servizi Ecosistemici 

Il Capitale Naturale garantisce la fornitura quotidiana di tutta una serie di benefici, spesso dati per scontati, chiamati servizi ecosistemici. Questi servizi ci vengono offerti in modo del tutto gratuito e includono, ad esempio, la purificazione dell’acqua, la regolazione del clima, l’impollinazione delle colture e la protezione contro le inondazioni. 

Alcuni esempi familiari di servizi ecosistemici sono quelli che ci vengono forniti dalle foreste: esse producono legno, prodotti non legnosi come frutti e medicinali; offrono inoltre riparo, reddito, cibo a decine di milioni di famiglie rurali nei paesi tropicali, contribuendo allo sviluppo dell’economia locale e nazionale.

Altri sono meno noti, ma non meno importanti: è il caso ad esempio dei servizi ecosistemici generati delle praterie di Posidonia oceanica – una pianta marina endemica del Mar Mediterraneo. Le praterie di Posidonia offrono protezione dei litorali dall’erosione, sono rifugio di numerose specie ittiche pregiate durante gli stadi giovanili; producono ossigeno e, soprattutto, contribuiscono alla regolazione climatica attraverso il sequestro e lo stoccaggio di notevoli quantità di carbonio.

Per molti di questi servizi ecosistemici, il valore economico non è contabilizzato sul mercato e, di conseguenza, sono spesso utilizzati in modo non sostenibile.

Lo stato ecologico del Capitale Naturale

Pur essendo di importanza cruciale, il Capitale Naturale è minacciato da molteplici fattori come l’urbanizzazione, il cambiamento climatico e l’inquinamento. 

La più recente valutazione dell’Agenzia europea dell’ambiente del 2020 traccia un quadro allarmante della natura nell’UE, in particolare degli habitat, che ospitano animali e piante di ogni tipo. Solo il 15% degli habitat europei è in buone condizioni, con torbiere e dune tra le più colpite. A causa del degrado degli habitat – che ospitano animali e piante di ogni tipo – e di altri fattori e minacce, anche il numero di specie è in calo

Secondo il Comitato per il Capitale Naturale, nel 2021 in Italia, su 85 tipologie di ecosistemi, di questi ben 29 risultavano ad alto rischio, e si trattava per lo più di quelli legati agli ambienti umidi, alla fascia costiera e alle pianure interessate da agricoltura e zootecnia intensiva. Ad esempio, nella Ecoregione Padana solo l’8% della superficie ospitava ecosistemi naturali e seminaturali. 

Questa situazione richiede una risposta urgente e concertata da parte di governi, aziende e cittadini. Nel 2022 è avvenuto un fatto molto importante per il Capitale Naturale italiano: il Parlamento ha introdotto la tutela dell’ambiente e della biodiversità e degli ecosistemi tra i principi fondamentali della Costituzione.

Qual è il valore economico del Capitale Naturale?

Ma quanto vale realmente il Capitale Naturale? Da anni, ecologi ed economisti collaborano utilizzando diverse metodologie per attribuire un valore economico ai servizi ecosistemici globali.

In uno studio condotto nel 1997, è stimato il valore economico totale di 17 servizi ecosistemici a livello globale, calcolando una cifra media di circa 33 trilioni di dollari all’anno. Tuttavia, il valore reale di questi servizi è quasi certamente molto più grande. Inoltre, poiché in futuro il capitale naturale e i servizi ecosistemici saranno più “scarsi”, possiamo solo aspettarci che il loro valore economico aumenti.

È importante notare che questi tipi di valori economici non sono ancora inclusi nei calcoli dei PIL nazionali e non hanno un prezzo attribuito sui mercati globali. Se il loro valore economico non è contabilizzato sul mercato, la conseguenza è che non viene percepita la perdita di valore e vengono in questo modo utilizzati più del dovuto. 

Perché è importante valutare il Capitale Naturale? 

La Banca Mondiale stima che l’economia globale potrebbe perdere 2,7 trilioni di dollari entro il 2030 (rispetto allo status quo) se alcuni servizi ecosistemici dovessero crollare (impollinazione, sequestro e stoccaggio del carbonio, pesca e fornitura di legname). 

Nei Paesi a basso reddito, il PIL potrebbe diminuire in media del 10% all’anno, con perdite maggiori nei Paesi particolarmente dipendenti dai servizi ecosistemici. La contabilizzazione dei servizi ecosistemici, ovvero la loro quantificazione biofisica e la successiva traduzione in termini monetari, può fornire informazioni utili ai decisori politici per la tutela dei sistemi naturali. 

Se la perdita di capitale naturale continua ad accelerare e viene ignorata dall’analisi monetaria tradizionale, le conseguenze chiaramente non saranno solo economiche ma impatteranno sulla sopravvivenza di molte specie, umana compresa.

Cosa possiamo fare? 

Investire su vasta scala nel Capitale Naturale attraverso misure di conservazione, recupero e riqualificazione ecologica, consente di avviare una nuova e strategica direttrice di sviluppo economico sostenibile. 

Riconoscere il valore del Capitale Naturale significa comprendere che la nostra economia e il nostro benessere sono intrinsecamente legati alla salute degli ecosistemi che ci circondano. Etifor può supportare nel calcolare e valorizzare i servizi ecosistemici delle aree naturali, aiutando enti e gestori pubblici a ottenere finanziamenti per la loro salvaguardia e sviluppando fonti di finanziamento innovative per la gestione delle aree naturali. Un esempio sono i Pagamenti per i Servizi Ecosistemici (PES), che hanno la capacità di dare un valore economico ai servizi ecosistemici, introducendoli nel mercato.