I benefici economici in Italia si calcolano in quasi 70 miliardi di euro entro il 2050.

Secondo l’ultimo Global Risks Report del World Economic Forum, la perdita di biodiversità e il collasso degli ecosistemi rappresentano uno dei principali rischi ambientali che affronteremo nei prossimi anni. Questi rischi potrebbero comportare una contrazione del Prodotto Interno Lordo (PIL) globale fino a 2,7 trilioni di dollari entro il 2030 (Report Banca Mondiale). Questa crisi ecologica ha profonde implicazioni economiche e richiede un impegno urgente da parte di tutti i settori della società.

Etifor con il contributo del Forum per la Finanza Sostenibile e della Regione Lombardia nell’ambito dell’Italian Business@ Biodiversity Group ha realizzato un Position Paper che approfondisce le opportunità economiche derivanti dalla biodiversità, intitolato “Tutelare la biodiversità in Italia è possibile e conveniente per le imprese”.

Lo stato di salute della biodiversità in Italia

Secondo il Rapporto sullo stato della Natura in Europa dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, basato sui monitoraggi effettuati tra il 2013 e il 2018, il 16,3% delle specie è considerato in cattivo stato di conservazione, contro il 20,6% di media europea. Per quanto riguarda gli habitat, soltanto il 9,8% delle tipologie è da considerarsi in uno stato di conservazione buono. La media europea è decisamente più alta: 14,7%.

Questi dati presentano un quadro ancora incompleto dello stato di conservazione della biodiversità in Italia, ma sufficiente per evidenziare la necessità e l’urgenza di intervenire per proteggere la biodiversità nel nostro Paese. 

Investire in biodiversità conviene

Secondo l’Impact Assessment Study della Commissione Europea, gli investimenti in progetti di conservazione e ripristino della biodiversità potrebbero portare benefici economici significativi, stimati in 69.596 milioni di euro entro il 2050. Benefici che derivano dai servizi ecosistemici come lo stoccaggio e il sequestro del carbonio, la regolazione della qualità dell’acqua, l’impollinazione e la produzione di materie prime rinnovabili.

Secondo l’Impact Assessment Study della Commissione Europea, il rapporto benefici/costi legato a tali interventi risulterebbe pari a 14,7, il che equivale a dire che ogni euro investito in biodiversità è in grado di generare un ritorno di 14,7€ sotto forma di benefici per la collettività.

Il ruolo delle aziende

È importante sottolineare che il settore privato può svolgere un ruolo significativo nella promozione della biodiversità in Italia. Secondo il World Economic Forum, oltre il 50% del PIL globale è generato da attività economiche che dipendono dalla natura e dai suoi servizi.

Tuttavia, il finanziamento per la conservazione della biodiversità è significativamente inferiore al fabbisogno stimato: esiste quindi un sostanziale deficit finanziario per la conservazione della biodiversità, stimato tra i 561 miliardi di euro a 773 miliardi di euro all’anno. 

Anche in Italia le aziende hanno un ruolo cruciale da svolgere nell’affrontare questa sfida finanziaria: si può calcolare che, a fronte di una spesa annuale di ripristino della biodiversità pari a 260 milioni di euro per anno, se divisa per il fatturato delle imprese italiane del 2020 (ISTAT) ne risulta che per ogni milione di euro di fatturato le imprese dovrebbero come minimo investire 93 euro in ripristino della biodiversità.

L’Italian Business @ Biodiversity Group

Il Paper espone in modo chiaro e sintetico il nostro punto di vista riguardo al ruolo e alle opportunità per le imprese legate alla biodiversità. Introduce inoltre gli obiettivi principali dell’Italian Business @ Biodiversity Working Group: un’iniziativa nata quest’anno durante l’organizzazione del European Business & Nature Summit, che mira a massimizzare i risultati di conservazione e ripristino della biodiversità in Italia coinvolgendo organizzazioni private e del mondo finanziario.

L’obiettivo è sensibilizzare sull’importanza economica della biodiversità, promuovere partnership pubblico-private e allineare le strategie aziendali alle migliori pratiche internazionali per ridurre l’impatto ambientale e sostenere gli sforzi di conservazione.

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