Un approccio che impara dalla natura per rivoluzionare il modo di fare turismo

Cos’è il turismo rigenerativo?

Per prima cosa, specifichiamo cosa non è il turismo rigenerativo: non è una tendenza, né un tipo di turismo, né una parola diversa per indicare lo stesso modo di fare le cose. 

Più che di “turismo rigenerativo”, sarebbe meglio parlare di approccio rigenerativo al turismo, per indicare un modo di pensare e fare turismo che ha l’ambizione di creare costantemente le condizioni affinché la vita si crei e si auto-rigeneri. 

Il concetto di rigenerazione non è proprio solo del turismo, ma viene associato a svariati ambiti: se ne parla nell’agricoltura, nell’architettura, nel design ecc. Non è nemmeno un’invenzione recente: molte pratiche locali, ancestrali e indigene sono infatti rigenerative senza che si auto-definiscano così.

Quello di rigenerazione è un concetto che si sta diffondendo come evoluzione al paradigma della sostenibilità. Un paradigma che – visti i poveri progressi fatti dagli SDGs dagli anni 90 ad oggi – si sta dimostrando ormai inadeguato per affrontare le sfide attuali e future. Per parlare di rigenerazione e turismo rigenerativo è dunque necessario un cambio di mentalità e di paradigma: che non annulla gli sforzi fatti per arrivare ai risultati di sostenibilità, ma parte da essi per avviare circoli virtuosi di creazione di valore che permettano a comunità ed ecosistemi di auto-rigenerarsi.

 

Quali sono le caratteristiche del turismo rigenerativo?

Il turismo rigenerativo è un approccio affascinante e complesso. Di seguito proviamo a riassumere gli elementi essenziali che lo caratterizzano, evidenziando poi le diversità che distinguono l’approccio rigenerativo al turismo rispetto a quello sostenibile.

Natura come soggetto

La natura diventa portatrice di interesse nel turismo, non più solo uno sfondo. Il turismo rigenerativo vuole essere nature positive, in quanto contribuisce ad azioni che proteggono, migliorano, ripristinano e rigenerano gli ecosistemi. Le nature-based solutions sono parte essenziale di questo approccio.

Comunità al centro

Le comunità vengono messe al centro – in un processo di capacity-building ed empowerment (quindi oltre il semplice coinvolgimento) – che le vede riappropriarsi del modello di sviluppo turistico che desiderano per i loro territori.

Turismo come ecosistema

Il turismo non è considerato come industria e nemmeno come settore, ma come un ecosistema. Le destinazioni sono esseri viventi e quindi sistemi complessi, dinamici, unici, dove a vincere è la cooperazione e non la competizione.

Approccio place-based

Non esistono “soluzioni rigenerative” replicabili: il turismo deve servirsi di un approccio place-based (specifico del luogo), ovvero che identifica e risponde alle esigenze locali e migliora il benessere sociale, economico e fisico in un determinato luogo. Basandosi sull’unicità del luogo, ogni percorso verso la rigenerazione sarà diverso.

Cambiamento di sistema

Citando Albert Einstein: “Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato”: l’approccio rigenerativo ambisce a un cambiamento di sistema, da uno estrattivo ed energivoro a uno rigenerativo che si auto-organizza. Questo implica anche mettere in discussione le metriche attuali di cosa voglia dire “successo turistico”, chiedendosi se questo crei davvero benessere al luogo oppure se il benessere sia solo appannaggio di pochi. In questa nuova prospettiva, il valore creato dal turismo nel territorio – non solo economico ma anche relazionale, culturale, ecc. – deve rimanere sul territorio per generare ulteriore valore.

Quali sono i benefici del turismo rigenerativo?

Il turismo rigenerativo si basa sull’idea che il turismo debba essere al servizio del territorio, anziché viceversa: in questo modo può generare benefici per i territori, le comunità che lo abitano e i visitatori.

Uno dei principali benefici del turismo rigenerativo è la creazione di valore non solo economico ma anche culturale e sociale, duraturo nel tempo. Tale approccio incoraggia infatti la partecipazione delle comunità locali, degli operatori, delle imprese e dei visitatori anche in modi che altrimenti non verrebbero contemplati: ad esempio tramite attività di volontariato con cui il visitatore può contribuire attivamente al miglioramento dell’habitat nella destinazione.

I benefici si estendono anche alla natura: il turismo rigenerativo mira a rigenerare gli ecosistemi, offrendo forme di finanziamento alternative e collaborative per il ripristino ambientale. I turisti stessi possono contribuire economicamente a queste iniziative, sostenendo attivamente la conservazione e la rigenerazione della natura.

Infine ne beneficiano anche i turisti, che hanno l’occasione di vivere viaggi trasformativi – ovvero esperienze di viaggio che permettono alle persone di attuare cambiamenti significativi e duraturi nella loro vita, che mettono in contatto i viaggiatori con il loro io più vero e con gli altri, coltivando un senso di scopo e di appartenenza, favorendo la connessione con le comunità locali, la natura e gli altri visitatori.

Quali sono le differenze fra turismo sostenibile e rigenerativo?

La sostenibilità non mette in discussione il business as usual, ma lo sostiene cercando di non apportare ulteriore danno. La rigenerazione invece, vuole uscire dalla logica del “fare meno danno”, per abbracciare quella dell’impatto positivo. La sostenibilità inoltre, tende a lavorare per compartimenti stagni (ne sono un esempio gli SDGs), mentre la rigenerazione si concentra sulle interconnessioni tra essi, cercando un impatto positivo a livello di sistema. 

La differenza più sostanziale però, è che la sostenibilità non mira al cambiamento di mentalità e di sistema (cosa vogliamo sostenere?) richiesto dall’approccio rigenerativo, che ci invita invece a riconsiderare il nostro ruolo all’interno di un sistema complesso, mettendo in discussione anche il paradigma di crescita infinita.

Cosa è richiesto alle destinazioni per essere rigenerative?

Siamo chiari: nessuno, ad oggi, può dirsi rigenerativo. Le destinazioni possono però intraprendere un percorso – che sarà lungo e ambizioso – per aspirare alla rigenerazione dei territori, il cui effetto si vedrà solo sul lungo termine.

Per intraprendere questo percorso serve coraggio: non è sufficiente fare investimenti, ma ripensare il proprio modello di business affinché risponda alla domanda: “quello che faccio supporta la vita o meno?”.

Vanno inoltre creati spazi di dialogo con le comunità: processi lunghi che hanno bisogno di facilitazione. 

Infine, è importante introdurre nuove professionalità e nuovi indicatori per definire il successo del proprio business.

Come possiamo aiutare in questo percorso?

Un processo verso la rigenerazione trova la sua forza dal basso, ma va gestito e guidato: abbiamo esperienza nella facilitazione dei processi di partecipazione tra gli attori del territorio, al fine di rafforzare la governance della destinazione.

Sviluppiamo inoltre prodotti turistici slow e a contatto con la natura, per favorire esperienze di connessione e di fruizione del territorio a basso impatto o a impatto positivo.

Siamo in grado di valutare dove e come rigenerare gli habitat degradati o a rischio e come utilizzare al meglio servizi ecosistemici e nature based solutions.

Infine, con la piattaforma WOW nature turisti e aziende possono finanziare direttamente (e partecipare!) a interventi di rigenerazione degli ecosistemi.