Dopo lunghe consultazioni è stato approvato il testo definitivo della legge, che conferma i target previsti: ripristinare almeno il 20% del territorio europeo marino e terrestre entro il 2030 e tutti gli habitat a rischio entro il 2050.

Direct and indirect drivers of biodiversity loss Fonte: IPBES, 2019

Interazioni tra uomo, clima e natura (fonte: WWF )

Il contesto

Il degrado degli ecosistemi e la perdita di biodiversità causati dalla pressione antropica degli ultimi decenni stanno esponendo a rischi sempre maggiori il benessere e il futuro del genere umano su scala globale.

Questa crisi ecologica, che a livello europeo si traduce con l’ 81% degli habitat protetti in un cattivo stato di conservazione, risente e a sua volta acuisce gli impatti del cambiamento climatico, in un cosiddetto feedback loop negativo: da un lato, l’aumento delle temperature e l’alterazione dei regimi di precipitazione sta aggravando la perdita di biodiversità ed accelerando il collasso degli ecosistemi; dall’altro l’uso insostenibile e il degrado delle risorse ambientali determina una riduzione della capacità di assorbimento e stoccaggio del carbonio nei serbatoi naturali (mitigazione) ed un minor grado di adattamento alle variazioni climatiche negli insediamenti urbani e rurali.

Le due crisi – climatica ed ecologica – sono profondamente interconnesse e stanno minacciando la conservazione degli equilibri naturali, la sostenibilità e la resilienza dell’economia europea.

Le imprese di tutti i settori infatti – dall’agricoltura all’energia, dalla pesca all’edilizia, dalla fornitura dell’acqua alla trasformazione alimentare –   dipendono fortemente dalla salute degli ecosistemi naturali e dalla conservazione dei servizi da essi forniti. 

Se da un lato però queste risentono negativamente dei crescenti squilibri ecologici ed eventi meteorologici estremi che incidono sull’approvvigionamento delle risorse, sulla produttività e sui costi operativi, dall’altro si stima che gli investimenti nel ripristino della natura apporterebbero benefici pari ad un valore economico compreso tra 8 e 38 € per ogni euro speso (Commissione Europea) e che i prodotti e servizi nature-positive potrebbero generare fino a 10.000 miliardi di dollari all’anno per le imprese. Questo evidenzia l’enorme potenziale che la conservazione dell’ambiente, oltre a rappresentare un valore in sé, potrebbe fornire all’economia globale (World Economic Forum). 

La Legge per il Ripristino della Natura o Nature Restoration Law

In tale contesto di crescente rischio e incertezza – ambientale, sociale, economica e finanziaria – sono dunque necessarie politiche e normative ambiziose, che riflettano l’impellenza di affrontare questa crisi multidimensionale in modo sistemico e congiunto.

Per questo il voto favorevole del Parlamento Europeo del 12 luglio per l’approvazione della Legge sul Ripristino della Natura ha rappresentato un passo avanti importante per attuare l’ambizioso GlobalBiodiversityFramework e dirigere l’Europa nella transizione verso un’ economia capace di riconoscere l’interdipendenza tra il benessere dell’uomo e della natura.

La Nature Restoration Law è parte integrante del Green Deal Europeo e della Strategia Europea per la Biodiversità, e mira a creare un quadro legislativo necessario per il recupero e la conservazione degli ecosistemi europei, in linea con gli obiettivi climatici dell’Unione e gli accordi sottoscritti a livello internazionale.

La legge prevede come obiettivo generale il ripristino di almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e di tutti gli ecosistemi che necessitano di azioni di recupero entro il 2050.

Questo si declina in target specifici, giuridicamente vincolanti per gli Stati Membri, che riguardano:

  • l’aumento delle popolazioni di insetti impollinatori entro il 2030 (invertendo l’attuale tendenza al declino);
  • la protezione degli ecosistemi forestali, incrementando il legno morto in piedi e a terra, lo stock di carbonio organico, le foreste di età eterogenea e migliorando la connettività forestale e l’abbondanza delle specie forestali;
  • il miglioramento degli ecosistemi urbani, tramite la prevenzione della perdita netta (entro il 2030) e l’espansione degli spazi verdi urbani;
  • il recupero degli habitat negli ecosistemi marini;
  • la rimozione delle barriere che impediscono la connettività fluviale, al fine di riportare almeno 25.000 km di fiumi a uno stato di libero scorrimento entro il 2030;

Agli Stati membri sarà chiesto di redigere un piano di ripristino nazionale, che definisca i progetti e le iniziative che intendono perseguire per il raggiungimento dell’obiettivo comunitario.

Ristabilire il naturale equilibrio ecologico di foreste, fiumi, zone umide, praterie, mari ed oceani infatti non solo contribuirà ad aumentare la biodiversità e salvaguardare i servizi ecosistemici – di fondamentale importanza per la salute del genere umano e la prosperità dell’economia globale -, ma giocherà un ruolo chiave anche nella mitigazione e nell’adattamento al cambiamento climatico, contribuendo a limitare l’aumento delle temperature entro la soglia prevista dall’IPCC di 1,5°C. Da questo ne conseguirà anche un rafforzamento della resilienza dell’Europa nei confronti dei disastri naturali, con notevoli benefici sulla salute, la sicurezza alimentare e lo sviluppo socio-economico sostenibile degli Stati Membri.

Un traguardo storico per una reale strategia di ripristino della natura in Europa

Il 9 Novembre 2023 si sono chiusi gli intensi negoziati tra Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo sulla Nature Restoration Law.  L’accordo preliminare riporta in campo sfide cruciali per il ripristino della natura e la salvaguardia dei servizi ecosistemici dai quali dipendono il nostro benessere e la nostra economia.  La tutela della biodiversità negli ambienti agricoli e nelle torbiere è stata nuovamente inserita nell’accordo, così come l’apertura ad intervenire al di fuori di Rete Natura 2000.

Il 27 febbraio 2024 è stato approvato il testo definitivo della legge che conferma i target previsti: ripristinare almeno il 20% del territorio europeo marino e terrestre entro il 2030 e tutti gli habitat a rischio entro il 2050.

Per fare questo, la Nature Restoration Law si pone l’obiettivo di recuperare il 30% degli habitat terrestri e marini considerati in un cattivo stato di conservazione entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050. La priorità di intervento fino al 2030 è data ai siti di Rete Natura 2000.

La legge definisce anche alcuni indici importanti per la conservazione della biodiversità in ambiente agrario e forestale e per la tutela degli impollinatori, inoltre  conferma l’obiettivo di arrivare a piantare 3 miliardi di nuovi alberi entro il 2030.

È una sfida vinta per la conservazione della Natura a cui ora tutti gli Stati Membri sono chiamati a contribuire. La legge stabilisce infatti che entro due anni dalla sua entrata in vigore, ogni Stato Membro si doti di un Piano di Ripristino che mappi le necessità di conservazione del proprio territorio ed identifichi le misure per arrivare a raggiungere gli obiettivi fissati dalla legge per il 2030 e il 2050.

Sarà necessario creare sinergie tra i Piani di Ripristino e le sfide legate sia alla crisi climatica che alle necessità del mondo agricolo e forestale. Questo processo implicherà irrimediabilmente percorsi di dialogo, anche complessi, tra il mondo della conservazione della natura e quello dell’economia. Alcuni rappresentanti del mondo agricolo hanno infatti evidenziato come le attività di recupero degli ecosistemi contribuiscano a sottrarre loro terreni produttivi oltre a richiedere sforzi economici significativi. 

La Commissione si è impegnata ad individuare, nei 12 mesi successivi alla data di entrata in vigore della legge, le criticità legate al finanziamento della Nature Restoration Law e a trovare metodi di supporto economico adatti a colmare il divario tra necessità conservazionistiche e disponibilità finanziarie. 

Etifor in supporto alla legge e al Piano di Ripristino Nazionale

Gli obiettivi della NRL sono ambiziosi e sfidanti nei tempi previsti, ma crediamo siano necessari  per dare una chiara visione a tutti i settori economici: la natura è un elemento fondamentale per la nostra sicurezza ed economia, e dobbiamo prendercene cura in modo sistematico e alla giusta scala. Ed è per questo che Etifor ha voluto fare la sua parte nella promozione della NRL.

Abbiamo infatti partecipato alla Nature Campaign promossa dal Cambridge Institute for Sustainable Leadership e CLG Europe per manifestare il nostro sostegno alla legge e abbiamo sottoscritto la open letter di Business for Nature – una coalizione globale di organizzazioni promotrici di azioni aziendali credibili e politiche ambientali innovative- , sollecitando i leader politici dell’UE ad adottare tempestivamente regolamenti a favore della conservazione della natura. 

Non solo, Etifor è stata tra i co-organizzatori dell’European Business and Nature Summit a Milano nel 2023, evento internazionale – promosso dalla Commissione Europea – per coinvolgere le organizzazioni che mirano a sviluppare ed esplorare modelli di impresa sostenibili finalizzati anche alla conservazione della biodiversità.  Nell’ambito dell’EBNS 2023, Etifor, insieme a Regione Lombardia e al Forum per la finanza sostenibile ha dato vita all’Italian Business@ Biodiversity Working Group. Il tavolo di lavoro nasce come ramo nazionale della già esistente piattaforma europea per dare la possibilità alle aziende italiane di contribuire concretamente ad un futuro nature-positive.

L’approvazione definitiva della Nature Restoration Law, e la sua attuazione a livello di stato membro attraverso i Piani di Ripristino Nazionali, sarà la prima vera sfida per dimostrare come anche il settore privato può contribuire a supportare il ripristino della natura e la tutela della biodiversità.

Un enorme ringraziamento a tutti coloro che hanno sostenuto l’appello #RestoreNature. La nostra voce forte ha avuto un impatto!

Types of systemic risks associated with the decline and degradation of nature. Source: World Economic Forum, 2022