Dimentica gli errori del passato.
Dimentica i fallimenti.
Dimentica tutto eccetto ciò
che devi fare ora, e fallo.

William Durant

Photo Credit: Mario Tama / Getty Images

Photo Credit: Mario Tama / Getty Images

A più di un mese dall’inizio della pandemia legata al Coronavirus (o Covid-19) abbiamo deciso di condividere con voi il nostro punto di vista in qualità di professionisti che supportano enti e aziende nella sfida alla sostenibilità ambientale e climatica. Le nostre riflessioni non hanno nessuna pretesa di esaustività ma ci piacerebbe trasformare questo momento di difficoltà in una sfida e unirci a tutte quelle persone e imprenditori che, come noi, sanno che le cose devono cambiare e in fretta.

ATTIVISMO | Foreste e salute

Attivismo: tendenza a intensificare il lato attivo, creativo, innovativo della vita umana (Treccani).

Ad oggi le cause della diffusione a macchia di leopardo del Coronavirus non sono ancora chiare ma una cosa è certa: per diventare più resilienti a questo tipo di calamità dobbiamo iniziare a contrastare già oggi quelli che sappiamo essere i possibili fattori di rischio. Dobbiamo essere “attivi” e trovare soluzioni creative e innovative a inquinamento, sovrappopolazione, deforestazione e abusi ambientali perché tutto questo sta indebolendo le persone e il Pianeta. La situazione che stiamo vivendo è infatti parte di un’emergenza globale più grande, quella della crisi climatica e della perdita di capitale naturale.

Ovviamente non esiste una soluzione unica per contrastare la crisi che ci attende (climatica, economica, sociale, essa sia) ma esiste un solo modo per affrontarla: farlo insieme e farlo ora. Noi abbiamo accettato questa sfida e nei prossimi anni ci impegneremo a portare avanti, con ancora più energia e convinzione, alcuni progetti molto ambiziosi: dal prendersi cura delle risorse strategiche, come l’acqua e le aree umide, fino a progetti di riforestazione urbana partecipata, passando per lo sviluppo del settore “green care”, il supporto strategico per la sostenibilità delle destinazioni turistiche e il sostegno alle comunità rurali che praticano scelte di allevamento consapevoli.

Ma perché la risposta alle sfide future deve iniziare da attivismo, ambiente e salute?

È proprio nelle foreste che possiamo trovare alcune delle nostre risposte. Rispettandole, gestendole in maniera responsabile, proteggendole e tornando a viverle possiamo scoprire un nuovo equilibrio e rallentare il processo di crisi ambientale già in atto.

“Le foreste coprono il 31% delle terre emerse del pianeta, costituiscono habitat per l’80% della biodiversità terrestre e, in varie forme e particolarmente grazie all’assorbimento di CO2, contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico. Forniscono un’infinità di servizi alla vita sul pianeta, fra cui non ultimo la protezione della nostra salute” (Referenza n.5)

Ripensiamo alle foreste guardandole per quello che sono: tesori inestimabili che vanno protetti per permettere loro di proteggerci. I boschi hanno un ruolo chiave nella depurazione dell’aria e dell’acqua perciò sono un partner ideale nella lotta contro l’inquinamento. Ricordiamo infatti che: “l’inquinamento dell’aria uccide, nella sola Cina, circa un milione di persone l’anno. Cosicché, si calcola, la riduzione rilevata in questi primi tre mesi del 2020 ha (ma è meglio usare il condizionale, avrebbe) salvato la vita a 4.000 bambini e 73.000 adulti” (Ref.n.1). Ovviamente il lockdown non può essere un modo per diminuire l’inquinamento però osservare i risultati di un calo repentino dei processi industriali e degli spostamenti può farci riflettere.

“La frequenza delle epidemie è in costante aumento. Tra il 1980 e il 2013 sono stati registrati 12.012 focolai, di cui 44 milioni di singoli casi, che hanno colpito tutti i paesi del mondo. A questo aumento hanno contribuito diverse tendenze, tra cui l’alto numero di viaggi intercontinentali, il commercio e la connettività e l’alta densità di popolazione – ma i legami con il cambiamento climatico e la biodiversità sono i più evidenti. (…) La deforestazione è aumentata costantemente negli ultimi due decenni ed è legata al 31% delle epidemie come l’Ebola e i virus Zika e Nipah. La deforestazione scaccia gli animali selvatici dai loro habitat naturali e li avvicina alle popolazioni umane, creando una maggiore opportunità per le malattie zoonotiche, ovvero le malattie che si diffondono dagli animali all’uomo” (Rif. n.7 – tradotto dall’inglese).

In poche parole, unendo gli sforzi e proteggendo le nostre foreste otterremo diversi risultati in un colpo solo: salvaguardia della biodiversità, depurazione dell’aria e dell’acqua, contenimento dei livelli di inquinamento e diminuzione dei fattori di rischio di alcune epidemie. Su questo fronte siamo in prima linea da molti anni essendo “nati” per trasferire sul territorio le innovazioni scientifiche del Dipartimento di Territorio e Sistemi Agroforestali (Tesaf) dell’Università di Padova. In particolare abbiamo lanciato l’iniziativa WOWnature che ha l’obiettivo di finanziare la creazione di nuove aree verdi e sostenere coloro che gestiscono i boschi secondo i più alti standard forestali grazie alla collaborazione fra enti, associazioni, aziende e privati.

Il Covid-19 ci sta facendo riflettere e probabilmente cambierà il nostro modo di concepire “la salute e il benessere”. In futuro quando si parlerà di salute, non ci riferiremo più soltanto allo stato di “assenza di malattie”, ma a un benessere psico-fisico, alla qualità dell’ambiente in cui viviamo e alla resilienza del sistema “uomo-ambiente”. La cattiva salute mentale, l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dei costi per il settore sanitario, rappresentano infatti sfide da affrontare a livello mondiale e le foreste sono ambienti perfetti per aiutare il nostro benessere psicofisico, elemento chiave per renderci più forti e resilienti alle sfide della vita, epidemie comprese. Per questo le attività forestali per il benessere possono essere strumenti per ridurre da un lato i bilanci della sanità pubblica e, dall’altro, creare nuove e diversificate fonti di reddito combattendo così l’abbandono di queste aree naturali e aiutando la conservazione della biodiversità. Questo tema ci sta particolarmente a cuore perché permetterebbe di trovare soluzioni innovative per garantire il benessere di persone e ambiente contemporaneamente.

Grazie al fondo Erasmus+ della Commissione European che ha investito nel progetto Green4C stiamo già lavorando in sinergia con altre aziende e università europee sulla promozione degli approcci “green” a benessere e salute.

Ma perché è così importante agire insieme?

Non possiamo pensare di portare avanti questa lotta individualmente perché la nostra responsabilità è condivisa e così dev’essere anche l’impegno.

Quando l’emergenza sarà passata i paesi si troveranno dunque di fronte a un bivio: potranno rilanciare l’economia attraverso piani obsoleti o accettare la sfida e cambiare. Ma cambiare deve significare fare un passo avanti non solo dal lato produttivo ma anche da quello etico: le aziende devono iniziare a fornire servizi sempre più utili mettendo al centro il benessere del territorio che le ospita operando in modo responsabile dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Quest’anno ci siamo presi un impegno: diventare un’azienda climate positive entro il 2021 perché essere “neutrali” non basta più… ora dobbiamo ripristinare l’equilibrio fra uomo e natura in un Pianeta che ci ha dato tanto, a cui abbiamo restituito poco. Ma non basta cambiare da soli, dobbiamo cambiare tutti; per questo lavoriamo al fianco di chi condivide i nostri valori e vuole intraprendere un percorso verso la sostenibilità (approccio MARC) diminuendo il proprio impatto sull’ambiente.

Cambiamo il futuro.
Insieme.
Ora.


Referenze