Tra rischi di contrazione dell’export e nuove rotte commerciali, la sospensione temporanea dei dazi USA sul legname offre all’Italia una finestra di opportunità per rilanciare la competitività della filiera legno-arredo.

 

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La sospensione di 90 giorni dei dazi statunitensi sul legname apre uno scenario di grande rilevanza per la filiera legno-arredo italiana. Mentre si svolge la Milan Design Week, il settore si trova in un momento chiave: se i dazi venissero confermati alla scadenza della moratoria, le esportazioni italiane rischierebbero un calo tra il 5% e l’8% nel 2025, compromettendo anche la ricostruzione in corso della filiera nazionale. È quindi fondamentale guardare al medio-lungo termine, diversificando i mercati di destinazione e, paradossalmente, rafforzando i legami con gli Stati Uniti in un momento di tensione con la Cina.

Analisi di scenario: cosa succede nel mercato globale del legno

Secondo l’analisi che abbiamo condotto, il mercato globale del legname si trova in una situazione di forte incertezza, sia in Europa che in Nord America. I fattori destabilizzanti includono:

  • il neoprotezionismo dell’amministrazione Trump,

  • le possibili risposte dei Paesi coinvolti,

  • i cambiamenti nei flussi commerciali internazionali,

  • l’entrata in vigore della normativa EUDR,

  • l’aumento dei prezzi del legname grezzo nell’UE fino al 25% in 18 mesi.

Il contesto è reso ancora più complesso dalla scarsità di attori pienamente conformi alla nuova regolamentazione europea sulla deforestazione.

Dazi sul legname e Cina: un’opportunità per l’export italiano

Il ruolo della Cina è cruciale: seconda esportatrice mondiale di mobili verso gli USA (6,6 miliardi $), rischia di essere penalizzata da dazi al 125%. Questo creerebbe spazio per nuovi attori, tra cui l’Italia – primo esportatore europeo – che nel 2024 ha esportato per 1,3 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Possiamo quindi puntare su qualità, tracciabilità, sostenibilità e design per coprire porzioni di mercato lasciate scoperte da Pechino, già in difficoltà con mercati ad alto standard come Giappone e Australia.

Gli effetti del ritorno dei dazi USA sul legname canadese

Nel caso in cui venissero reintrodotti i dazi USA sul legname canadese (fino al 39% sulle conifere), si prevede un aumento di circa 10.000 dollari sul costo medio delle abitazioni in legno negli Stati Uniti. In Europa, invece, l’ingresso di legname canadese a basso costo potrebbe ridurre la competitività delle risorse forestali locali e compromettere iniziative strategiche, come il Cluster Italia Foresta Legno e il recente Decreto Made in Italy da 25 milioni di euro a supporto della filiera nazionale.

Dazi legname e nuove rotte dell’export: i mercati alternativi

Lo scenario incerto attuale può trasformarsi in un’occasione concreta di diversificazione dei mercati per la filiera del legno-arredo. I Paesi arabi, il Sud America, la Cina, l’India e il Sud Africa rappresentano nuove destinazioni per l’export europeo:

  • Emirati Arabi: +21,2% nel 2024 rispetto al 2023

  • Arabia Saudita: +16,9%, con nuovo memorandum firmato a gennaio

Qui l’Italia può esportare prodotti di fascia alta, valorizzando il binomio design-sostenibilità e calibrando la strategia in base alle caratteristiche di ciascun mercato.

Manifattura italiana e know-how: i veri vantaggi competitivi

Anche in caso di dazi elevati, l’industria statunitense non è in grado di coprire velocemente la domanda interna. La filiera legno-arredo è infatti fortemente specializzata, e le difficoltà operative e di costo rendono improbabile la delocalizzazione della produzione negli USA. La nostra leva strategica resta il legame con la materia prima e con i semilavorati di alta qualità, come i pannelli di particelle prodotti da residui post-consumo e nobilitati con tecnologie avanzate. Un vantaggio competitivo che gli Stati Uniti non possono replicare nel breve periodo.