Come gli alberi assorbono la CO2 dall’atmosfera: il ruolo delle foreste e le specie più efficaci nella lotta alla crisi climatica.
Il carbonio, sotto forma di anidride carbonica CO2, fa parte dell’aria che respiriamo ed è un elemento indispensabile per assicurare la vita sulla Terra. Da più di un secolo però, la concentrazione della CO2 nell’atmosfera è aumentata a causa delle attività umane, accelerando la crisi climatica che stiamo attraversando.
È pertanto necessario mettere in atto strategie di assorbimento della CO2 in eccesso nell’atmosfera al fine di contenere l’innalzamento delle temperature e contribuire agli obiettivi fissati dal Green Deal europeo.
Cosa si intende per Assorbimento CO2?
L’assorbimento di CO2 – detto anche rimozione del carbonio (carbon removal) – si riferisce a una serie di attività che rimuovono l’anidride carbonica dall’atmosfera, immagazzinandola in altri elementi naturali o artificiali.
Sulla Terra esistono svariate fonti di carbonio (carbon sources), ovvero processi che rilasciano più carbonio di quanto ne assorbono: ne sono un esempio l’utilizzo di combustibili fossili – come la combustione del carbone per produrre elettricità e l’allevamento del bestiame a scopo alimentare.
Esistono anche i cosiddetti serbatoi di carbonio (carbon sinks) – come oceani, foreste, terreni agricoli – che al contrario assorbono più CO2 di quanta ne rilasciano: questi ultimi sono nostri alleati nella progettazione di strategie di assorbimento della CO2.
Quali sono le modalità di assorbimento della CO2?
Le tecniche di assorbimento della CO2 possono essere sia tecnologiche che naturali. Potremmo riassumere le principali modalità in:
- Tecnologie di Cattura diretta dall’aria (Direct Air Carbon Capture and Storage – DACCS), che rimuovono la CO2 direttamente dall’atmosfera; la cattura e lo stoccaggio permanente di CO2 dai processi in cui la biomassa viene convertita in combustibili o direttamente bruciata per generare energia (Bioenergy with Carbon Capture and Storage – BECCS).
- Progetti nature-based: una serie di attività che proteggono, gestiscono e ripristinano ecosistemi gli naturali massimizzando l’assorbimento di CO2. Un esempio di progetti di assorbimento della CO2 nature-based sono le attività di riforestazione, ovvero piantare alberi dove una foresta è stata distrutta o degradata.
Assorbire CO2 con gli alberi: le foreste assorbono davvero la CO2?
Le foreste sono in genere serbatoi di carbonio, ovvero depositi naturali che assorbono più carbonio di quanto ne rilasciano: sono il secondo più grande serbatoio di carbonio sul pianeta dopo gli oceani. Le foreste infatti sono in grado di sequestrare la CO2 dall’atmosfera attraverso il processo di fotosintesi delle piante, che viene poi immagazzinata nella biomassa.
Le foreste rivestono quindi un ruolo fondamentale per la riduzione della CO2 in atmosfera e per la mitigazione della crisi climatica: è necessario quindi cercare di incrementare l’attività di sequestro di CO2 delle foreste.
Come migliorare l’assorbimento di CO2 delle foreste
Per ottenere il massimo dalla capacità di assorbimento di CO2 delle foreste, è possibile svolgere diverse azioni. Innanzitutto, è necessario adottare una gestione forestale responsabile, tramite la prevenzione di danni alle foreste causati da disturbi naturali come incendi e vento – che porterebbero al rilascio in atmosfera della CO2 immagazzinata nelle piante – e da disturbi antropici come il disboscamento illegale.
Un’altra strategia è quella di aumentare la superficie coperta da foreste, riforestando aree precedentemente coperte da foreste o altre aree degradate. Questa strategia a volte si scontra con i limiti dettati dalla disponibilità di terreno: agricoltura ed espansione urbana si contendono e consumano quantità sempre maggiori di suolo, spesso provocando deforestazione.
Una strategia meno conosciuta ma altrettanto rilevante è invece quella di utilizzare materiali a base di legno nell’edilizia, che immagazzinano CO2 nel lungo termine sostituendo il ferro e il cemento – materiali prodotti con l’emissione di elevate quantità di CO2.
Tuttavia, le foreste da sole non possono essere la soluzione alla crisi climatica. È stato stimato infatti che per compensare un solo anno di emissioni globali di CO2, dovrebbe essere riforestata o afforestata e lasciata crescere un’area più grande di Germania, Francia e Spagna messe insieme.
Le foreste sono quindi come uno strumento utile per raggiungere gli obiettivi climatici, ma non sono sufficienti: è fondamentale infatti unire alle attività di assorbimento delle CO2 quelle di riduzione delle emissioni.
Come si calcola l’assorbimento di CO2 di un albero?
Esistono diverse metodologie per quantificare la CO2 assorbita da un albero. Normalmente vengono utilizzati dei fattori di conversione del tasso di incremento annuo della biomassa legnosa nell’albero in CO2 equivalente.
Il tasso di incremento può variare a seconda della specie e delle condizioni sito-specifiche come fertilità del terreno, clima, età della pianta e altri fattori. Esso viene stimato sulla base dei rilievi effettuati in foresta, in cui vengono monitorate le dimensioni degli alberi come diametro e altezza.
Nei progetti di compensazione, ai fini di quantificare l’impatto che gli interventi migliorativi hanno avuto sul sequestro della CO2, viene normalmente confrontata la situazione post intervento con quella iniziale, fissata come riferimento (detta baseline). In altre parole, all’inizio del progetto viene calcolata la quantità di CO2 immagazzinata nella foresta prima degli interventi. A distanza di alcuni anni si torna in foresta, si misurano gli stessi alberi, si confrontano le misurazioni con quelle della baseline, si calcola quanto l’albero è cresciuto nell’arco di tempo e sulla base di questo si stima la CO2 equivalente assorbita.
Quali sono gli alberi che assorbono più CO2?
Non è facile stabilire quali siano gli alberi con il potenziale di assorbimento di CO2 più alto. Molte fonti riportano intatti dati diversi. La ragione è che i fattori che influenzano questa capacità sono molteplici: la specie ed età dell’albero, la necessità di interventi manutentivi, il clima in cui si colloca l’albero.
In generale, le specie caratterizzate da accrescimenti più rapidi sono anche quelle che assorbono la CO2 più velocemente. Nel lungo termine però, le specie che assorbono più CO2 sono quelle in grado di raggiungere le dimensioni maggiori o in grado di vivere più a lungo.
Tra le specie migliori nell’assorbimento di CO2 ci sono sicuramente le specie tropicali come:
- il Teak, che ha la più alta capacità di sequestro di carbonio tra gli alberi in India
- le mangrovie, che oltre a sequestrare un’elevata quantità di CO2 dall’atmosfera offrono numerosi altri benefici nella lotta al cambiamento climatico.
- le specie appartenenti al genere Eucalyptus e Acacia che crescono a ritmi velocissimi soprattutto nei primi anni di vita.
In contesti più temperati sono invece i pini e le querce a spiccare per la loro capacità di assorbimento. Specie sempreverdi come il Pinus ponderosa e lo spagnolo Pinus occidentalis, grazie alla loro crescita veloce e le dimensioni elevate sono tra i più efficaci immagazzinatori di CO2. Tra le specie caducifoglie invece sono le querce che, grazie alle loro grandi chiome e il loro legno denso, si contraddistinguono per l’elevata capacità di assorbimento.
Quanti kg di CO2 assorbe un albero in un anno?
Possiamo affermare con un certo grado di approssimazione che in contesto naturale, il potenziale di assorbimento di CO2 di un albero è mediamente compreso tra i 20 e oltre i 50 kgCO2/anno, in un range temporale mediamente compreso tra i 20 ed oltre i 30 anni.
Cosa facciamo noi per l’assorbimento di CO2 (e cosa può fare un’azienda)
In Etifor abbiamo creato la piattaforma WOWnature, che permette a proprietari forestali, cittadini e aziende di fare la propria parte nella lotta al cambiamento climatico aiutandoci a riforestare terreni degradati e proteggere foreste esistenti. Ad oggi abbiamo piantato più di 250.000 alberi e migliorato la gestione di più di 140 foreste, per circa 119.023.643 kg/CO2 assorbiti.