Le aree protette sono divise in diverse categorie, tutte con un ruolo essenziale per la conservazione della biodiversità.

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Cosa si intende per aree protette?

Secondo la definizione di IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura), un’area protetta è “uno spazio geografico chiaramente definito, riconosciuto, dedicato e gestito con efficaci strumenti legali o di altro tipo, al fine di ottenere una conservazione a lungo termine della natura e dei servizi ecosistemici e valori culturali associati” (Dudley et al., 2008). 

Questa definizione contiene al suo interno tutte le risposte che stavamo cercando: analizziamola più nel dettaglio, dividendola in tre parti.   

Quali tipi di aree protette esistono nel mondo?

“Uno spazio geografico chiaramente definito, riconosciuto, dedicato e gestito con efficaci strumenti legali o di altro tipo…”

Secondo la classificazione IUCN, le aree protette si possono dividere in diverse categorie, ciascuna delle quali caratterizzata da specifici obiettivi gestionali:

IA. Riserva naturale integrale

Un’area in cui uso, presenza o impatto umano sono controllati e limitati (ad eccezione di azioni di monitoraggio ed educazione ambientale) al fine di proteggere la sua biodiversità e, possibilmente, anche le sue caratteristiche geologiche/geomorfologiche.

Un esempio in Italia è la Riserva naturale integrale del Conero.

IB. Area selvaggia

Rispetto alla categoria IA, si tratta tipicamente di un’area più vasta per dimensione con presenza umana nulla o marginale.

II. Parco nazionale

Di dimensione estesa, maggiormente permissivo nei confronti di visite umane e attrezzato con relative infrastrutture di supporto. Promuove il turismo educativo e ricreativo a una scala che non riduce l’efficacia degli sforzi di conservazione. Parchi regionali o locali appartengono a questa categoria ma interessano in genere aree superficialmente meno estese.

Un esempio in Italia è il Parco Nazionale delle Cinque Terre.

Cinque Terre view

III. Monumenti naturali

Elemento naturale o naturale/culturale di valore eccezionale o unico a causa della sua intrinseca rarità, rappresentativo delle qualità estetiche o del significato culturale.

IV. Area di gestione di habitat e specie

Si concentrano su aree di conservazione più specifiche, caratterizzate dalla presenza di specie e habitat che richiedono una protezione continua. Fanno parte di questa categoria, ad esempio, i siti della Rete Natura 2000 (laddove non siano già inseriti e riconducibili alle categorie di cui sopra).

V. Paesaggio protetto

Copre un intero corpo di terra o di mare con un esplicito piano di conservazione naturale, consentendo alle comunità circostanti una maggiore interazione con l’area.

VI. Area protetta con uso sostenibile delle risorse naturali

Vaste aree che hanno già un basso livello di occupazione umana o in cui le comunità locali e le loro pratiche tradizionali hanno avuto un impatto permanente limitato sulla salute ambientale della regione.

A cosa (e a chi) servono le aree protette?

“… al fine di ottenere una conservazione a lungo termine della natura…”

Seppure di diversa forma e tipologia, a livello globale le aree protette svolgono un ruolo essenziale per la conservazione della biodiversità (habitat e specie animali e vegetali): al loro interno, infatti, la ricchezza di specie è superiore del 10,6% e l’abbondanza del 14,5% rispetto alle aree circostanti (Gray et al., 2016).

“…e dei servizi ecosistemici e valori culturali associati.”

Dentro le parole “servizi ecosistemici” i protagonisti diventiamo noi, perché si parla dei “benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano” (Millennium Ecosystem Assessment, 2005) in termini di fornitura di cibo e risorse, regolazione climatica e del ciclo idrico e di vari servizi culturali come i valori estetico-paesaggistico, spirituale, ricreativo, ecc. 

Un’area protetta serve alla natura, la natura serve a noi: per proprietà transitiva, si può affermare in maniera nemmeno tanto egoistica che siamo proprio noi i beneficiari ultimi della conservazione degli ecosistemi.

 

Quante aree protette ci sono nel mondo, in Europa e in Italia oggi? E quante saranno domani?

A luglio 2023 la copertura globale delle aree protette terrestri e delle acque interne risulta pari al 16%, mentre quella relativa alle aree marine è dell’8,2% (WDPA, 2023) Al momento queste percentuali sono confermate anche a livello europeo, mentre in Italia, nel 2022, le aree protette terrestri coprono il 21,7% del territorio e quelle marine il 13,4% delle acque territoriali nazionali (ISPRA, 2023). 

 

Nei prossimi anni sarà lecito aspettarsi un incremento della copertura delle aree protette in conseguenza alla recente approvazione della Nature Restoration Law (Legge europea sulla natura) che ha posto come obiettivo il ripristino di tutti gli ambienti naturali che negli anni sono stati danneggiati dall’uomo (in particolare, la legge mira a ripristinare almeno il 20% degli ecosistemi terrestri e marini da qui al 2030 e punta ad arrivare fino al 100% entro il 2050). 

Come raggiungere gli obiettivi dell’UE sul ripristino della natura?

Per raggiungere gli obiettivi comunitari sarà necessario quindi identificare e inserire a livello pianificatorio nuove aree che potranno beneficiare di misure ad hoc di ripristino e tutela.

Sarà inoltre importante strutturare in maniera intelligente la governance delle aree protette: noi di Etifor possiamo dare supporto nella definizione di strategie efficaci per la gestione delle aree protette e delle risorse naturali. 

Il successo della gestione dipenderà dall’interazione tra gli enti locali, dalla loro capacità di saper cooperare per ricercare e attrarre i finanziamenti necessari per una gestione operativa ed efficace: Etifor offre supporto nella ricerca di finanziamenti europei per rispondere alle esigenze della tua area naturale, del tuo parco o del tuo territorio.