Iniziative dell’Unione Europea, nuove soluzioni pratiche e carbon farming

A novembre 2022 la Commissione Europea ha pubblicato una proposta per istituire un quadro regolamentare condiviso per la certificazione dell’assorbimento del carbonio: un passaggio fondamentale per garantire credibilità e trasparenza al settore forestale e un punto di svolta sui temi del carbon removal e carbon farming.

Organizzato da Etifor, questo webinar introduce il nuovo regolamento europeo che istituirà il primo quadro dell’UE per certificare gli assorbimenti di carbonio, con l’obiettivo di comprendere meglio il funzionamento e le opportunità che può offrire. 

Inoltre, durante il webinar sono state presentate per la prima le soluzioni proposte dal nuovo progetto LIFE ClimatePositive. Il progetto, co-finanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea, vede il coinvolgimento di alcuni tra i principali attori del settore del carbonio forestale italiano. Nei prossimi mesi il team LIFE ClimatePositive affiancherà diversi proprietari forestali nello sviluppo di modelli di business innovativi, in cui i crediti di carbonio di origine forestale avranno un ruolo fondamentale.

Al webinar hanno partecipato anche l’Università degli Studi di PadovaFSC ItaliaRegione Lombardia e CREA Ricerca.

PROGRAMMA

  • La proposta di regolamento europeo per la certificazione dei carbon removals. Valeria Forlin – DG Clima – Policy Officer European Commission.
  • Il progetto LIFE ClimatePositive e il suo ruolo nella certificazione del carbonio di origine forestale. Giulia Cecchinato – Etifor | Valuing Nature.
  • Tavola rotonda “Il nuovo regolamento nel contesto italiano: tra necessità e modelli operativi” Introduce e modera il prof. Davide Pettenella – Dip. TESAF dell’Università degli Studi di Padova. Intervengono: Ilaria Dalla Vecchia (FSC Italia), Saverio Maluccio (CREA), Francesco Brignone (Regione Lombardia) e Alessandro Leonardi (Etifor | Valuing Nature).

Il webinar ha riscosso molto successo, come dimostrato anche dalle numerose interazioni con i partecipanti. In questa sezione abbiamo raccolto le domande alle quali non siamo riusciti a dare una risposta durante l’evento, sperando di fornire delle risposte soddisfacenti.

1. Come funziona la Quantification della Quality Criteria? Si tratta di una LCA completa o che ha dei limiti?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): I metodi verranno definiti dal gruppo di esperti creato dalla Commissione, l’idea è che si guardi alla LCA completa ma ovviamente tenendo conto dei costi del monitoraggio.

2. Che strumenti/metodi o software utilizzerete per fare baseline e monitoraggio dei servizi ecosistemici?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): Esistono risultati molto incoraggianti provenienti dall’integrazione di campionamento, telerilevamento, machine learning e intelligenza artificiale. Queste tecnologie digitali possono permettere di determinare la baseline per parcelle con simili caratteristiche senza bisogno di campionare ogni singola parcella. Per il monitoraggio del progetto, bisogna trovare il giusto equilibrio tra campionamento e modelli, in modo da non gravare troppo sui costi della certificazione. Questa discussione sarà fatta insieme al gruppo di esperti che la Commissione ha appena nominato.

3. Perchè si è scelto di non avere link del regolamento CRC con il sistema ETS? 
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): Per poter includere carbon removals nell’ETS è necessario prima di tutto migliorare il loro monitoraggio, e in secondo luogo poter garantire la permanenza dei carbon removals. È quindi previsto che la Commissione valuti la possibilità di includere nell’ETS carbon removals permanenti basati su tecnologie (e.g. BECCS, DACCS) dopo il 2030 (articolo 30 del nuovo regolamento ETS che è stato appena adottato dall’UE). Non è però prevista la possibilità di includere carbon removals da attività di carbon farming, perché queste non sono permanenti e ci sarebbe il rischio di compensare emissioni di GHG (che entrano nell’atmosfera per sempre) con removals che sono rilasciati in atmosfera dopo pochi anni.

4. A chi si riferisce la legge? Solo a privati (eg. agricoltori) o è pensata anche per enti pubblici? Nello specifico può rientrare in questo schema un’attività di afforestazione che viene intrapresa da una città?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): Il framework descrive principi di qualità per i removals e regole per gli schemi di certificazione, non esclude a priori attività o operatori specifici.

5. Esiste sensibilità nei piccoli proprietari nei confronti delle associazioni fondiarie? Il problema storico dell’individualismo potrà davvero essere sradicato? Gli incentivi saranno sufficientemente attrattivi?
Francesco Brignone (Regione Lombardia): La proprietà privata è in primis un fattore culturale e non esistono obblighi normativi all’associazionismo. In alcuni soggetti la propensione a cooperare è alta, in altri meno. Non è pertanto automatico che le associazioni fondiarie raccolgano aderenti. Compito delle istituzioni ma anche (e forse soprattutto) delle comunità locali e dei proprietari associati è promuovere la consapevolezza sull’utilità dello strumento associativo.
Gli incentivi e le opportunità di business possono contribuire a motivare i privati ad associarsi ma occorre che siano promossi nei territori.

6. Nelle pratiche di carbon farming spesso non si tiene in considerazione il ruolo di stock del carbonio organicato nel suolo. Si prevedono metodologie nazionali di misurazione di riduzione delle emissioni e di sequestro di carbonio al suolo con relativo registro?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): Il framework della Commissione include nella definizione di carbon farming anche il sequestro di carbonio nel suolo e la protezione degli stock esistenti.

7. E’ necessario che l’attività di carbon farming sia fatta esclusivamente sul territorio europeo o una azienda europea può sfruttare le proprie attività e proprietà in altri continenti?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): Il framework è creato per carbon removals sul territorio europeo, le regole di certificazione terranno conto del contesto climatico e regolamentare europeo. 

8. Dalla riforma Mac Sharry del 1992 in agricoltura si parla di multifunzionalità e diversificazione dei redditi. La bibliografia scientifica individua nel pioppo una coltura agraria con notevole capacità di accumulo/cattura di carbonio. Un’azienda agricola di 100 ettari, come certifica questa capacità di accumulo? E come la monetizza?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): Piantare alberi e migliorare la gestione forestale sono considerate attività di carbon farming nel framework europeo. Tuttavia, uno dei quattro criteri è la sostenibilità, che significa il fatto di non danneggiare obiettivi ambientali come la biodiversità, ad esempio. Una coltura di pioppo deve quindi dimostrare di non danneggiare la biodiversità.

9. Considerando gli obiettivi della proposta della Commissione, che cosa potremmo consigliare a un imprenditore forestale che oggi decida di mettere a dimora un nuovo pioppeto di 100 ettari, per esempio?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): Di considerare aspetti di sostenibilità più ampi del solo carbonio – ad esempio, un criterio è di non danneggiare obiettivi ambientali quali biodiversità, qualità delle acque, etc.

10. Molte proprietà forestali in Italia sono di meno di 3ha in Italia, quanto è il minimo per ricevere i contributi per fare carbon farming, e ci sono delle specie specifiche da piantare?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): I dettagli delle metodologie di certificazione sono ancora da discutere insieme al gruppo di esperti che la Commissione ha appena nominato. Non ci saranno limiti minimi di partecipazione, anzi la partecipazione dei piccoli agricoltori/proprietari forestali è incoraggiata, eventualmente tramite intermediari che offrono aiuto e consulenza per partecipare al processo di certificazione.

11. I crediti saranno anche retroattivi? Ovvero, le pratiche delle aziende che hanno già iniziato ad implementare, saranno riconosciute anche in futuro?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): Aziende che hanno già messo in pratica attività di carbon farming in passato possono essere certificate se la loro performance va al di là delle pratiche standard, ma solo per i carbon removals prodotti a partire dall’inizio della certificazione (non retroattivamente).

12. Si pensa di certificare anche la generazione di crediti di carbonio da attività di “avoidance” come la preservazione delle foreste esistenti?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): La definizione di carbon farming include la preservazione dello stock di carbonio in suoli e biomassa, ma la priorità è ridurre le emissioni da suoli (specialmente organici / torbiere). Ridurre la deforestazione mi sembra essere meno prioritaria/addizionale a livello UE.

13. La sola messa a dimora degli alberi può essere considerata attività addizionale?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): Sì, se va oltre le pratiche standard in simili circostanze.

14. Nella prossima programmazione PAC dal 2027 per poter ricevere i contributi UE nell’ambito PAC sarà necessario raggiungere un certo livello di rimozione di carbonio?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): No, quello che intendevo dire nel mio intervento è che le autorità della PAC potrebbero basarsi su questo framework per erogare incentivi di tipo eco-scheme o sviluppo rurale dedicati a carbon farming (ma non alla stregua dei GAECs, per intenderci). Per esempio, se si crea un eco-scheme per soil carbon sequestration, la dimostrazione dei risultati per ottenere gli incentivi potrebbe essere basata sulle regole di certificazione europee.

15. C’è il rischio di una sovrapposizione tra gli eco-schemi della nuova PAC e le pratiche sovvenzionate nel carbon farming creando quindo un problema di addizionalità del credito di carbonio? Come verrà risolta questa problematica per evitare un double counting?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): Le pratiche sono simili, ma la differenza è che gli eco-schemes e le misure di sviluppo rurale sono pagamenti per ettaro o basati su “income foregone”, mentre carbon farming sarebbe basato sul risultato; inoltre, gli incentivi PAC hanno commitment più brevi (un anno o pochi anni) mentre carbon farming copre progetti con termini più lunghi.
Quindi è possibile vedere la PAC come un aiuto all’agricoltore per cominciare un’attività di carbon farming, e la certificazione come un pagamento per i risultati di queste attività, senza problema di double counting.

16. Verranno creati enti comunitari/nazionali per certificare e rendere commerciabili i crediti?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): Si auspica che la creazione di un framework europeo crei nuovi business model e spinga alla nascita di nuove start up o iniziative pubbliche in questo settore.

17. Come funziona la sponsorizzazione dei servizi ecosistemici verificati attraverso la procedura FSC? 
Ilaria Dalla Vecchia (FSC Italia): FSC ha istituito la procedura per la verifica degli impatti positivi sui servizi ecosistemici (SE). Tale documento permette ai gestori forestali di attirare sponsorizzazioni private di aziende intenzionate a sostenere le attività di miglioramento o mantenimento dei SE. Tale sponsorizzazione può essere legata a dichiarazioni di supporto alle attività di gestione. Tuttavia FSC non genera dichiarazioni promozionali legate alla compensazione delle emissioni di CO2. Infine faccio presente che FSC è uno schema di certificazione di parte terza (inclusa quella relativa alla verifica degli impatti positivi sui SE).

18. E’ possibile utilizzare la certificazione fsc come certificazione di parte terza per i crediti di carbonio? 
Ilaria dalla Vecchia (FSC Italia): La verifica degli impatti positivi sui servizi ecosistemici mira a valorizzare le attività di gestione forestale che contribuiscono al mantenimento e miglioramento di detti servizi. Non vengono erogati crediti né scambiati asset di alcun tipo. La verifica dei SE si basa inoltre sulla certificazione di gestione forestale responsabile. 

19. Verranno definite nuove metodologie e processi di certificazione o il regolamento farà leva/userà standard esistenti del VCM  (ad esempio Verra)?
Valeria Forlin (DG-Clima, Commissione Europea): Verranno definite nuove metodologie / processi di certificazione, ma basati sull’esperienza degli standard esistenti.