Italia

Nella laguna veneziana nasce la foresta che moltiplica i pesci

Milano, 17 apr. (askanews) - Siamo a Lio Piccolo, località della laguna veneziana vicina all'aeroporto del capoluogo veneto. Qui sta nascendo un bosco in grado, con la sua sola presenza, di "produrre" più di diecimila pesci ogni anno nelle acque sottostanti. Sono infatti cominciati i lavori di messa a dimora di 12.000 alberi lungo gli argini di valli da pesca abbandonate, antiche vasche di popolamento e riproduzione di pesce che sfruttano esclusivamente fenomeni naturali, con lo scopo di restituire funzionalità e biodiversità all'area di 15 ettari in disuso da decenni. L'iniziativa è messa in campo da Etifor, spin-off dell'Università di Padova, grazie a una massiccia adozione di oltre 5000 piante da parte di Lagardère Travel Retail Italia e di centinaia di cittadini sull'apposita piattaforma per progetti speciali di riforestazione www.wownature.eu.

"L'iniziativa mira a piantare 50.000 alberi nei prossimi 5 anni - spiega Lucio Brotto di Etifor - e in un decennio stimiamo una produzione aggiuntiva di oltre 100.000 pesci grazie al solo contributo della foresta protettiva disposta a filari lungo gli argini".

"Si tratta di un progetto avanguardistico - aggiunge Andrea Arrighi, Vice President Human Resources & Organization di Lagardère Travel Retail Italia - per la sua duplice finalità: da un lato la messa a dimora di migliaia di nuovi alberi lungo gli argini di valli da pesca abbandonate e dall'altro il miglioramento delle funzionalità legate all'allevamento ittico, valorizzando, contestualmente, antiche tradizioni lagunari".

Qui esistevano vere e proprie vasche d'allevamento naturali collegate da canali che non necessitavano di impiegare mangimi o di stimolare artificialmente la frequentazione da parte di pesci e avifauna, ma che sfruttavano unicamente l'energia dei fenomeni naturali, quali sole, vento e maree, e la catena alimentare da essi sostenuta, per l'allevamento di specie ittiche autoctone di acqua marina o salmastra. L'abbandono degli ultimi 30 anni ha causato l'interramento e la scomparsa degli alberi chiamati a tutelare le specie presenti, con la conseguente riduzione della loro popolazione.

L'intervento coordinato dal team tecnico di Etifor prevede di dare nuova vita alle valli abbandonate e di migliorare la funzionalità di quelle ancora utilizzate per l'allevamento ittico estensivo, attraverso l'impianto di alberi in grado di proteggere le acque dal sole nei mesi più caldi e dal gelo invernale o dalla Bora nel resto dell'anno, mantenendo così la temperatura dell'acqua ideale per la creazione di nuove colonie ittiche di orate, branzini, boseghe, caustelli, volpine, verzelate e lotregani. Le piante, inoltre, proteggono dagli attacchi dei numerosi predatori volatili tipici della laguna veneziana e rinforzano gli argini stessi con le loro radici. Le specie messe a dimora sono autoctone o naturalizzate, non invasive, tra cui: leccio, marasca, ginepro, tamerice, prugnolo, pioppo e olivello spinoso.

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