Aree cementificate, +192% in 70 anni. Ora più alberi contro smog e calore

diPietro Gorlani

Entra nel vivo il percorso green per aumentare le zone arboree e rendere la città più vivibile: negli ultimi 30 anni la temperatura è in aumento
Chiesto il supporto strategico degli agricoltori

Dal Dopoguerra ad oggi la città ha aumentato le aree impermeabilizzate (case, capannoni, negozi, strade) del 192%. Ed oggi l’unica soluzione è cercare di frenare lo sconsiderato consumo di suolo del passato (come fatto con il Pgt del 2016 che ha dimezzato le aree edificabili); cercare di de-cementificare delle porzioni di città (come si sta facendo in via Metastasio) e piantare il maggior numero di alberi possibile, seguendo la strategia «3-30-300»: ogni cittadino dovrebbe vedere almeno 3 alberi dalla finestra di casa; ogni quartiere dovrebbe essere per almeno il 30% occupato da verde e ogni abitante dovrebbe percorrere non più di 300 metri per raggiungere il parco più vicino alla sua abitazione. 

È questa l’ossatura portante del Piano per il Verde del comune di Brescia, che ha iniziato il suo percorso due mesi fa incontrando istituzioni, associazioni di categoria e ambientaliste, consigli di quartier. Il Piano verrà approvato il 30 giugno 2024 in consiglio comunale.

Il lavoro da fare è titanico rispetto alla situazione attuale. Oggi in città ci sono 69 mila piante (alle quali aggiungere le 100 mila della Maddalena e degli altri boschi) e negli ultimi 5 anni ne sono state piantate 10 mila. Ma serve un passo ben più spedito se si vogliono raggiungere gli obiettivi Ue al 2030 e raggiungere e rispettare la promessa elettorale della coalizione Castelletti, ovvero la messa dimora di altri 200 mila alberi entro il 2030.

 Piantare alberi è una strategia win-win: contrastano l’inquinamento atmosferico (6 piante assorbono il PM10 annuo di un’auto mentre ne bastano tre per neutralizzare le sue emissioni di CO2), aumentano il drenaggio delle piogge sempre più brevi ma intense, riducono da 4 a 20°C la temperatura di case e auto e fanno aumentare dal 5 al 30% il valore degli immobili. «È una visione strategica per la città ed è importante coinvolgere maggioranza e minoranza in un obiettivo comune» ha ricordato l’assessora Camilla Bianchi.
  
Piano che si basa su una normativa nazionale ormai matura, il cui perno centrale è rappresentato dalla legge 10 del 14 gennaio 2013, quella che impone la piantumazione di un albero ogni nuovo nato (obiettivo sempre superato dalla Loggia negli ultimi 5anni, con una media di 1,3 piante ogni nuovo nato). Ma visto che al 2050 il 60% della popolazione mondiale vivrà in città, anche Brescia «deve diventare più verde, più sana, più fresca e più bella» ha detto Graziano Lazzaroni, dirigente del settore Verde, nel presentare le linee strategiche del piano i cui contenuti sono saranno sviluppati da Ersaf, dallo studio Gioia Gibelli (nota paesaggista di Milano), ed Etifor start up dell’università di Padova (che svilupperà uno studio dei servizi ecosistemici). Brescia più sana, più verde più fresca e più bella.

Ad oggi in Italia sono solo 18 i piani per il Verde approvati e due sono in corso di redazione: si tratta di Rimini e Firenze, ai quali si aggiungerà Brescia. I tecnici della Loggia hanno così scattato una fotografia della situazione: oggi il 16% del territorio comunale è occupato da boschi, si contano 200 parchi e giardini per una superficie di 3,5 milioni di metri quadri; rimangono ancora dei campi coltivati nella zona sud e dei frutteti a nord, anche se dal dopoguerra ad oggi i terreni agricoli sono diminuiti del 64% . 

Abnorme invece l’aumento di superfici occupate da corpi idrici (+592%), fenomeno unico e riconducibile solo all’indiscriminata realizzazione di cave per l’estrazione di sabbia e ghiaia della zona est, fenomeno fermato con la nascita del parco delle Cave. Brescia è anche «prima per mortalità da inquinamento da PM 2,5» e a causa dei cambiamenti climatici «le temperature medie dagli anni Novanta in poi sono sempre sopra la norma» ha aggiunto Lazzaroni, introducendo la necessità di un cambio di passo. 

Il piano darà appunto le sue indicazioni su dove è meglio agire, anche se «non siamo all’anno zero» chiarisce il dirigente ricordando progetti quale un Filo Naturale. «Non sarà un piano del verde per il verde, è molto importante prediligere nuove piantumazioni in quartieri oggi privi di alberi» ha aggiunto l’assessora Bianchi che ricorda la grande sfida di realizzare una cintura verde intorno alla città, collegando parco delle Cave a quello delle Colline. Servono aree dove piantare alberi però. Non basteranno i reliquati disponibili a fianco della tangenziale. «Abbiamo chiesto un coinvolgimento degli agricoltori e la loro disponibilità a piantare alberi lungo al bordo dei campi» chiude Lazzaroni. Il centrodestra chiede però che il piano viaggi di pari passo con la nuova variante al Pgt: verde pubblico e urbanistica devono parlarsi.

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7 dicembre 2023 2023